Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore

Le sfide europee per la finanza sostenibile. A che punto siamo dopo 3 anni?

Era l’8 marzo del 2018, quando la Commissione Europea lanciò il Piano d’Azione per sostenere e regolamentare lo sviluppo della finanza sostenibile, da non confondere con l’impact investing. Cosa è successo da allora? Facciamo il punto, in breve, all’interno del nostro articolo.

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Sono passati 3 anni da quel giorno e, dato ancor più rilevante, sono cambiati gli scenari in cui la Commissione Europea ha partorito il Piano d’azione per lo sviluppo della finanza sostenibile. Da un lato, il lancio del Green Deal europeo, con l’impegno di azzerare le emissioni di gas a effetto serra entro il 2050, dall’altro, il Next Generation EU, introdotto in risposta alla crisi economico-sociale generata dalla pandemia, richiedono ai diversi attori del mondo finanziario di accelerare ora più che mai la corsa allo sviluppo di modelli di intervento sostenibili e inclusivi, capaci di indirizzare i capitali verso sfide più prioritarie ad alto impatto.

Nel tracciare la rotta verso una finanza sostenibile – di nome e di fatto – e in grado di fungere da motore propulsivo del cambiamento atteso, l”UE ha identificato 3 linee d’azione prioritarie:

  1. Introdurre definizioni e classificazioni condivise su temi e strumenti che riguardano la sostenibilità nell’ambito dei processi finanziari (una sorta di alfabeto comune su cosa è sostenibile e cosa non lo è);
  2. Incrementare la trasparenza del mercato, mettendo in circolazione più informazioni rigorose e dettagliate sulle caratteristiche di sostenibilità delle politiche d’investimento, dei prodotti e dei servizi finanziari. Indispensabile per combattere il greenwashing e coltivare la fiducia degli investitori;
  3. Aumentare qualità, quantità e comparabilità dei dati sui rischi ambientali e sociali e sugli impatti delle attività economiche sui fattori di sostenibilità.

I primi passi verso la finanza sostenibile

Come spiega Francesco Bicciato del Forum della Finanza Sostenibile (in un’intervista di Valori.it), la Commissione Europea ha già promosso alcune iniziative:

  1. La tassonomia europea delle attività economiche eco-compatibili (Regolamento 852/2020) consente agli investitori di identificare quali sono le attività che, svolte entro determinati criteri tecnici stabiliti su base scientifica, contribuiscono a raggiungere gli obiettivi ambientali e climatici dell’UE.
  2. Il Regolamento 2088/2019 (Sustainable Finance Disclosure Regulation – SFDR) ha introdotto requisiti di disclosure sulle informazioni di sostenibilità delle politiche d’investimento e dei prodotti finanziari per i partecipanti ai mercati e per i consulenti.
  3. benchmark climatici (dettagliati nel Regolamento 2089/2019 e negli atti delegati) guidano la definizione di efficaci e trasparenti traiettorie di decarbonizzazione dei portafogli.
  4. Le linee guida sul reporting delle informazioni sul clima integrano, seppure in maniera non vincolante, le linee guida della direttiva sulla rendicontazione delle informazioni non-finanziarie delle imprese. L’atto normativo di riferimento per fornire al mercato dati ambientali, sociali e di governance (ESG).

Sempre in merito a classificazioni, trasparenza e dati, altri processi sono in fase di sviluppo:

  • Sulla tassonomia della finanza sostenibile la Commissione Europea sta lavorando all’introduzione degli atti delegati con i criteri tecnici di screening che definiscono il contributo agli obiettivi ambientali dell’UE, fondamentale per attivare altri strumenti, come SFDR o lo standard europeo dei green bond. Inoltre, dovrà chiarire come le imprese soggette alla direttiva sulla rendicontazione non-finanziaria dovranno dichiarare il proprio allineamento alla tassonomia;
  • Sull’SFDR le autorità di vigilanza europee e nazionali, insieme alla Commissione UE, dovranno finalizzare norme tecniche efficaci per la divulgazione di informazioni su rischi e impatti delle politiche d’investimento e dei prodotti finanziari, sostenibili e non;
  • La direttiva sulla rendicontazione non-finanziaria è soggetta a un processo di revisione, che la Commissione presenterà al mercato nelle prossime settimane.

“Nella concezione della Commissione europea, la tassonomia è uno strumento di classificazione delle attività economiche che troveranno posto in un’economia priva di impatti sull’ambiente. La tassonomia è la fotografia di come dovrà essere l’economia europea a impatto zero sul clima nel 2050. Una fotografia che oggi deve servire da mappa per arrivare a questo obiettivo. Per essere utile a questo scopo e per essere un autentico punto di riferimento del mercato, è importante proteggerne la natura scientifica (“science-based“). È necessario chiare con tutti gli attori coinvolti (Stati, imprese, investitori) che la tassonomia è anzitutto una classificazione. In base a questo, può essere uno strumento di reporting, perché consente alle imprese di comunicare al mercato il proprio grado di allineamento a un’economia verde. E anche uno strumento di transizione, perché mostra il percorso necessario a centrare il traguardo finale.  La tassonomia non è una lista vincolante delle sole attività in cui gli operatori finanziari potranno investire.” – spiega Francesco Bicciato.

Risulta, inoltre, indispensabile migliorare quantità, qualità e utilità delle informazioni sostenibili, a vantaggio di imprese e investitori. In tal senso, sarà interessante seguire gli sviluppi del progetto sull’European Single Access Point (ESAP) per informazioni finanziarie e non-finanziarie. Un database unico e condiviso su cui le aziende potranno caricare le proprie informazioni e a cui gli investitori potranno attingere per elaborare le proprie politiche d’investimento.

Tassonomia: l’energia nucleare è un investimento sostenibile

Il destino del nucleare è stato molto dibattuto fin dall’anno scorso. Bruxelles ha, così, dato il compito di deciderne la sorte al Joint Research Center, l’organo dell’esecutivo UE per la ricerca. In particolare per stabilire se l’atomo è compatibile col principio del ‘do not harm’ su cui si basa il Green Deal, cioè il principio di precauzione. Il verdetto ha definito l’energia dall’atomo come un investimento sostenibile, sciogliendo dopo molti mesi uno dei nodi più intricati della nuova tassonomia verde UE. Il nucleare rientra così a pieno titolo tra le forme di energia che accompagneranno la transizione energetica del continente. Lo anticipa l’agenzia Reuters, che ha visto in anteprima alcuni documenti riservati.