Ancora troppo il cibo buttato via: oltre mezzo chilo a testa in media a settimana. Frutta e insalata in cima agli alimenti che finiscono tra i rifiuti di casa, poichè dimenticati nel frigo, o nei campi in fase di raccolta perché non conformi ai canoni estetici di mercato
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Nella giornata mondiale contro lo spreco alimentare Waste Watchers international – in collaborazione con il Dipartimento di scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna – ha pubblicato un sondaggio che fotografa un dato confortante: nel 2020 sono stati sprecati circa 27 kg di cibo a testa (529 grammi a settimana), l’11,78% in meno rispetto al 2019. In Italia sono così state salvate oltre 222.000 tonnellate di alimenti, con un risparmio di 6 euro pro capite, cioè 376 milioni a livello nazionale.
Eppure, c’è chi agisce alla fonte dello spreco di alimenti, intervenendo a monte lungo la filiera agro-alimentare. E’ il caso di Bella Dentro, la start-up nata da un’intuizione di una giovane coppia (Luca e Camilla), che rivende e trasforma la frutta di ottima qualità, solitamente destinata al macero per via dei canoni estetici di mercato: nel 2019 l’impresa è stata sostenuta da Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, con un investimento di 300.000€ erogati in una logica di impact investing.
Da 3 anni Bella Dentro è impegnata nel migliorare sensibilmente l’approccio critico al consumo di frutta e verdura, che ogni in Italia obbliga gli agricoltori a lasciare nei campi circa il 4% della produzione ortofrutticola totale: a fronte di 8,7 milioni di tonnellate di prodotti[1], solo nel 2018, l’ammontare complessivo di tali eccedenze era pari a circa 1,4 milioni di tonnellate di alimenti[2] scartati a causa di criteri puramente estetici, imposti dalla grande distribuzione e completamente indipendenti dalla qualità effettiva del raccolto in termini di gusto e proprietà nutritive.
L’impatto di un’idea
Bella Dentro ad oggi ha:
- salvato dallo spreco 60 tonnellate di frutta e verdura, rivenduta o trasformata in conserve ed essiccati
- donato 5 tonnellate di prodotti ad Enti benefici
- coinvolto circa 5000 singoli produttori nel processo “anti-spreco”
Dall’ape alla prima bottega di Milano
Come si legge in una recente intervista rilasciata a il Gambero Rosso, la vendita e la comunicazione del progetto, per un anno e mezzo, sono andate avanti a bordo di un’ape colorata, da intercettare in giro per le strade di Milano: “La consideravamo una fase pilota” racconta ora Camilla “Non sapevamo quale sarebbe stata l’accoglienza, avevamo bisogno di un test per comprendere se le persone avessero davvero voglia di comprare i nostri prodotti “brutti”, oltre a innamorarsi del progetto. E la risposta, fortunatamente, è stata positiva”. Dunque, alla fine dell’anno scorso, Camilla e Luca hanno avviato la seconda fase del progetto, con l’ingresso in società della Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore, che ha permesso di iniziare a pensare in grande. Primo obiettivo: trovare una fissa dimora. “L’ape è stata ottima per farci conoscere, incontrare molte persone e raccontare l’idea. Ma ha dei limiti evidenti, avremmo rischiato di sprecare prodotto a nostra volta, nell’impossibilità di stoccarlo. E noi vogliamo acquistarne sempre di più, per ampliare il circuito di produttori da cui ci riforniamo, e contribuire alla causa antispreco. Però dobbiamo fare i conti con la deperibilità del fresco”. Quindi, ecco l’idea: aprire un punto vendita in città (in attesa, nel prossimo futuro, di trovare anche uno spazio con cucina, per la somministrazione). Un sogno che oggi oggi diventa realtà grazie all’apertura della prima frutteria in via pergolesi 21 a Milano, a pochi passi da piazza Caiazzo (e non distante dalla Stazione Centrale). Sulla parete centrale dello store, una grande illustrazione spiega il senso del progetto, mentre tutti gli scaffali sono stati realizzati con plastiche riciclate (e molto colorate) fuse e pressate dall’azienda olandese The Good plastic company. In concomitanza con il negozio, partirà anche l’e-commerce, “solo dei trasformati, perché gestire una vendita online di fresco è pressoché impossibile senza contemplare molto spreco di prodotto”.
Il laboratorio per l’essiccazione
Ma la scalata di Bella Dentro continua puntando su una linea di trasformazione di frutta e verdura, per produrre confetture, succhi e prodotti essiccati: “Ci siamo appassionati alla tecnica due anni fa, abbiamo collaborato con un’azienda che produce macchinari per essiccazione. E ci è sembrato molto coerente con quello che facciamo: non nascondi il prodotto, non consumi altri ingredienti, elimini semplicemente acqua per allungare la vita di frutta e verdura. Soprattutto per quel che riguarda la verdura è un mercato ancora inesplorato in Italia, ma ci crediamo. Proporremo prodotti essiccati pronti da mangiare, imbustati in packaging riciclabile, sotto forma di snack. Spaziando dalle mele alle banane, alle albicocche (che hanno un aspetto molto diverso da quelle che si trovano in giro, spesso ipertrasformate per renderle più belle e appetibili!), per arrivare a pomodori, zucchine, cetrioli, zucca, melanzane, finocchi… Tutto si può essiccare, basta avere l’accortezza di sbollentare le verdure che non si possono consumare crude, perché l’essiccazione a freddo non cuoce”.
La ricerca di un laboratorio di trasformazione cui affidare il lavoro ha portato i ragazzi a Codogno, con tutti i rallentamenti del caso: “Eravamo pronti a gennaio, il negozio avrebbe aperto in aprile. Poi la pandemia ci ha temporaneamente fermato, ma non abbiamo perso l’energia”. A Codogno, dicevamo, Bella Dentro ha incontrato L’Officina, una cooperativa sociale che forma e impiega persone affette da autismo: “Volevamo aggiungere un valore sociale concreto a ogni tappa della nostra esperienza, e abbiamo trovato in loro il partner ideale. Avevamo già un laboratorio di trasformazione, noi abbiamo investito sulla formazione tecnica dei ragazzi e sull’acquisto di nuovi macchinari”.
Nel frattempo, i ragazzi si sono tolti un’altra soddisfazione, premiati con la Menzione d’onore per il Compasso d’Oro 2020 dall’ADI: “Un sogno vedere Bella Dentro tra la Vespa Elettrica e la Ferrari Monza. Tutto questo con una frutteria, chi l’avrebbe mai detto!”.
Ad oggi, gli agricoltori italiani sono costretti a scartare dal 30 al 70% del raccolto che non soddisfa gli standard estetici richiesti dal mercato. Si pensi ai cosiddetti prodotti “segnati” – non perfettamente omogenei – per via di urti causati dal vento, sfregamento con altri frutti/rami contigui e grandine, o a quelli fuori calibro (troppo grandi o troppo piccoli) ovvero dalla forma irregolare: conformazioni del tutto inevitabili e naturali nel corso della vita di una pianta. Considerando l’insostenibilità di simili processi, Bella Dentro si propone di: immettere sul mercato tali prodotti valorizzandone la qualità e riducendone gli sprechi eccessivi e talvolta ingiustificati – in un anno ha salvato dal macero 26 tonnellate di ortofrutta; garantire il giusto compenso ai produttori che investono tempo e risorse per creare un prodotto buono – quello “bello dentro” – ma per il quale oggi si vedrebbero riconosciuto al massimo il 10% del valore di mercato (criterio sociale); donare in beneficenza tutto l’invenduto; sensibilizzare sui temi dello spreco della filiera agroalimentare, condividendo in particolare la propria esperienza con scuole elementari, medie e licei al fine di aumentare la conoscenza e la consapevolezza delle nuove generazioni riguardo a tale tematica.
Parola all’investitore
“Il team di Bella Dentro ha guadagnato la nostra fiducia grazie alla capacità di offrire una soluzione mirata a un problema diffuso nel settore ortofrutticolo. Riteniamo, infatti, doveroso impegnarci nel contrasto allo spreco alimentare, generato – sia monte che a valle della filiera produttiva – tanto da un pregiudizio dei consumatori, quanto da logiche di mercato che basano la selezione del raccolto su standard puramente estetici e non qualitativi. Con il nostro investimento intendiamo supportare la diffusione di un nuovo modello produttivo che sia in grado, al tempo stesso, di ridurre gli scarti ingiustificati, ricompensare adeguatamente i coltivatori del proprio lavoro e promuovere una maggiore consapevolezza nelle scelte di consumo di molti acquirenti. Sono questi i contenuti profondamente innovativi del modello di attività di Bella Dentro.” – ha dichiarato Marco Gerevini, Consigliere di amministrazione della Fondazione Social Venture GDA.
[1] Fonte Coldiretti
[2] Dati Istat 2019