I benefici dell’arte sulla salute e il benessere dell’uomo e i suoi effetti sulla coesione sociale e la promozione delle uguaglianze sono noti; ma a sfidare ogni dubbio è arrivata l’ Organizzazione Mondiale della Sanità con la pubblicazione del più grande studio mai effettuato sul tema: “What is the evidence of the role of the arts in improving health and well-being?” Il rivoluzionario rapporto , presentato a Helsinky nel novembre 2019, è ora disponibile anche in lingua italiana grazie alla versione redatta dal Cultural Welfare Center in collaborazione con il DORs-Centro di documentazione per la promozione della Salute e la Fondazione Medicina a Misura di Donna.
L’indagine, che ha preso in esame oltre 900 pubblicazioni afferenti all’ambito della medicina, della psicologia, dell’antropologia e delle neuroscienze, è suddivisa in due macro aree di studio: la prima si concentra sul contributo che la cultura può avere nella prevenzione e nella promozione della salute, mentre la seconda riguarda il ruolo che le arti possono avere nella gestione delle malattie all’interno dei percorsi di cura.
Le questioni attorno cui lo studio cerca di fare chiarezza sul modo in cui le arti possono:
- influenzare i determinanti sociali della salute, quali la coesione sociale o il superamento delle disuguaglianze
- supportare lo sviluppo della prima infanzia, tra cui l’acquisizione del linguaggio e delle capacità cognitive
- promuovere il benessere, inteso sia come l’orientamento verso modelli di vita sani che come la tutela della salute mentale contro il declino precoce
Tra i casi analizzati dallo studio a livello globale, c’è il famosissimo Arts on Prescription , il programma presente da circa due decadi nell’ambito delle politiche sociali del governo del Regno Unito. Grazie ad Arts on Prescription, chi si presenta dal medico di base con problemi non clinici, situazione che nel Regno Unito riguarda circa il 20-30% dei casi, può ricevere come prescrizione medica l’inserimento in attività artistiche locali. Gli studi condotti sul programma hanno rivelato che, dall’inizio dell’attività, c’è stata una netta diminuzione dell’uso di antidepressivi che, oltre a configurare un miglioramento nella qualità dell’esperienza del paziente, ha generato ampi margini di risparmio sui costi sanitari per la riduzione delle prescrizioni di farmaci e dell’uso dei servizi non necessari, inclusi i ricoveri ospedalieri di emergenza.
In Italia? Il caso di Kalatà e la ricerca del professor Enzo Grossi
Tra i casi italiani di maggiore risonanza c’è Magnificat : il progetto è stato realizzato da Kalatà – impresa sociale sostenuta da Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore attraverso un investimento di 200.000 € – con l’obiettivo di valorizzare il Santuario barocco di Vicoforte (Cuneo) attraverso dei tour fortemente esperienziali. All’interno del della cupola l’impresa ha ideato un percorso guidato “acrobatico” per condurre i visitatori lungo 266 gradini, 6000 metri quadrati di affreschi barocchi e quasi 80 metri di altezza.
Il progetto è notoriamente conosciuto per l’indagine condotta dal professore Enzo Grossi, oggi membro del CCW, che ha voluto analizzare gli impatti di un’esperienza di visita del genere sulla salute dei partecipanti. A coloro che hanno aderito allo studio, circa un centinaio di persone di età compresa tra i 19 e gli 81 anni provenienti in gran parte dalla provincia di Cuneo, è stato chiesto di effettuare una serie di semplici test: un questionario, che ha valutato lo stato generale di benessere psico-fisico di ciascun soggetto e un tampone, che ne ha invece rilevato il livello di cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress, prima e dopo la visita. Se i partecipanti al termine dell’esperienza avevano già dichiarato di percepire un aumento considerevole del loro stato di benessere, l’esito delle analisi di laboratorio ha confermato appieno le aspettative: il livello medio di cortisolo si era ridotto del 60%, ribadendo come l’esposizione all’arte e alla bellezza possa avere risultati diretti e immediati sulla salute cerebrale degli individui.
L’impatto sociale di Kalatà
Kalatà è un’impresa che nasce con una forte connotazione socio-culturale, come evidenziato da Nicola Facciotto, Founder e Ceo dell’impresa: “I progetti di valorizzazione delle opere generano un impatto positivo in termini di preservazione del patrimonio artistico e sviluppo della filiera, incidendo sulla creazione di nuovi posti di lavoro. Inoltre, Kalatà raggiunge abitualmente un pubblico poco interessato o non coinvolto nella tradizionale fruizione di beni e attività culturali. I percorsi di visita proposti sono inediti e inclusivi: progettati per consentire un’accessibilità universale ai siti culturali, senza barriere d’ingresso. Tenendo conto delle disabilità fisiche, motorie e intellettive di alcuni visitatori, propone visite speciali in cui è accentuata la componente divulgativa, adottando canoni logici e linguistici semplificati. Inoltre, vengono previsti momenti di accesso gratuito o a prezzo iper-ridotto, riservati a fasce di target con gravi difficoltà economiche. Va aggiunto che, il più delle volte, grazie ai proventi ottenuti, Kalatà sostiene realtà locali del Terzo Settore individuate di concerto con i partner attivi sul territorio.”